Correva l’anno 2002 quando don Silvio Barbaglia , stimato
biblista, mi spiegò la differenza di significato fra la parola tedesca “Kultur”
e l’anglosassone “Culture”. Eravamo all’osteria “Ramlin” a Novara
durante un “dopo evento”
organizzato dalla Nuova Regaldi, ma quale evento fosse non me lo
ricordo. Fu li che fra i pochi avventori notturni appresi che la parola Kultur si riferisce solo alla cultura “alta”, grave e pesante, a quella dei musei, dei filosofi, dei grandi
letterati e scienziati, insomma una
munito castello del pensiero, in cui
soggetti come il Commissario Derrick, gli Abba o Nena non avrebbero mai potuto
entrare proprio a causa della loro insostenibile leggerezza dell’essere. Non così la “culture” inglese, democratica città che ospitava non solo Shakespeare , Joyce
e Telemann ma anche il Doctor Who, le Spice Girls e mister Bean, non solo
la profondità dei pochi ma anche l’interesse dei molti. Fu la prima
volta che misi a tema la parola cultura, parola di cui, come Paperino con Paperina, ero stato fino a quel momento, eterno fidanzato. Da lì
in avanti in pochi anni me ne venne
quasi a nausea e Paperina mi si trasformò in Amelia, la strega che ammalia, complice
la fine della gioventù o forse un’indigestione
intellettuale che mi ha procurato acidità di intelletto o più
semplicemente la povertà dei miei mezzi
cognitivi. Ma che cosa vuol dire Non luogo? Un luogo senza rapporti
esistenziali tipo…. Un ipermercato, Ma che cosa vuol dire eterotopia? Un luogo che
rompe la continuità funzionale di un territorio tipo… un ipermercato, ma che
cosa vuol dire un Super Luogo? Uno spazio così importante che connota un il
territorio circostante tipo…un ipermecato. Ma scusate tre concetti diversi per definire l’Esselunga?
Ma era proprio necessario? Forse era questo che iniziava a stancarmi questa
dimensione debole della cultura che da un lato
scappa a gambe levate dalle domande importanti , dai contenuti che contano (per seri e dotti motivi di post modernismo, relativismo,
pluralismo) dall’altro non rinuncia a una
supponente autorefenzialità, peso senza pensiero:
un Kultur craffen appunto.
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