sabato 14 settembre 2013

4 - E Misha disse...


Lungo le torri di guardia/ prìncipi osservavano/mentre tutte le donne andavano e venivano
anche i servitori scalzi/ Fuori, in lontananza, un puma ringhiò, due cavalieri si stavano avvicinando,
il vento cominciò ad ululare.

E Misha disse: “complesso”. Complesso è una delle prime parole in Italiano che imparasti a dire.
Adesso non parli più l’alta lingua dell’impero da cui provieni.
E’ “complesso” gestire ricordi così importanti, un viaggio dall’altra parte del mondo un’infanzia di sfide dure che io in 45 anni mai e poi mai ho vissuto in prima persona.
L’hai riposta nei cassetti della tua memoria, in modo da lasciare il tavolo della tua mente completamente libero di dedicarsi alla tua nuova casa.
 Poche parole rimangono ancora dell’alta lingua: iashira,(lucertola)  tachka, (macchina sportiva) utchi (anatra) bolscioi magazine, ( Ipercoop).
Mi ricordo in autunno quando iniziavi a parlare solo in italiano, e la sera mi chiedevi  “papà hai portato la surprisa”,  “papà papà sei tristo, perché sei tristo?”
Ora le vocali le azzecchi tutte, semmai come tuo padre e tuo nonno  ti perdi ancora qualche doppia.
Anche se non ho mai capito perché costruisci la frase come se fossi Cicerone o uno di Cagliari (o è la  Terza Roma  che preme nei tuoi ricordi sintattici) per cui dici :  “a casa andare dobbiamo?” Si magister Yoda a casa andare dobbiamo



Nessun commento:

Posta un commento